giovedì 15 giugno 2017

La meditazione

“[…] Di solito ci sediamo su una sedia o sul pavimento. Se usi una sedia, l’ideale è una sedia con lo schienale dritto e con il piano a un’altezza che ti permetta di appoggiare le piante dei piedi per terra. Noi suggeriamo di tenere la schiena un po’ staccata dallo schienale, in modo che la schiena si sorregga da sé. Ma sei hai bisogno di appoggiarti allo schienale anche questo va bene. Se preferisci stare seduta sul pavimento, usa un cuscino spesso e non troppo morbido, che tenga le tue natiche solevate da terra di una decina di centimetri. Un guanciale ripiegato in due serve benissimo allo scopo; oppure puoi comperare un apposito cuscino da meditazione o zafu. Ci sono diverse posizioni inginocchiate o a gambe incrociate per meditare seduti sul pavimento. Quella che io uso più spesso è la cosiddetta posizione ‘birmana’, a gambe incrociate, con un tallone vicino all’inguine e la seconda gamba ripiegata davanti alla prima. Le ginocchia arrivano a toccar terra o meno a seconda di quanto sono flessibili le tue giunture: la posizione è più comoda se le ginocchia toccano terra. Alcuni preferiscono stare inginocchiati con un cuscino fra le gambe.
Meditare seduti o inginocchiati sul pavimento dà una piacevole sensazione di contatto con la terra e di autonomia. Ma non è importante stare seduti sul pavimento piuttosto che su una sedia o sedere a gambe incrociate piuttosto che in un’altra posizione. […] Alla fine, nella meditazione ciò che importa non è su cosa stai seduta, ma la sincerità del tuo impegno. Che tu sieda su una sedia o per terra, mantenere una posizione corretta è invece molto importante nella pratica della meditazione.
La posizione è un atteggiamento esterno che aiuta a coltivare un atteggiamento interno di dignità, pazienza e autoaccettazione. I punti principali da ricordare a proposito della posizione sono: cerca di tenere la schiena, il collo e la testa allineati lungo un asse verticale; rilassa le spalle; tienile mani in una posizione comoda. Di solito le appoggiamo sulle ginocchia o sulle cosce, oppure le teniamo in grembo, con le palme rivolte verso l’alto, le dita della mano sinistra sovrapposte a quelle della destra e le punte dei pollici che si toccano appena. […].”
(Jon Kabat-Zinn,  Vivere momento per momento)

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