venerdì 31 luglio 2015

La spiritualità

"Nella vita spirituale si diventa proprio come bambini:
senza rancori, senza attaccamenti, pieni di vita e di gioia.
"
(ParamahansaYogananda)

giovedì 30 luglio 2015

Essere liberi

"Pensate
che trasformazione avverrebbe
se ci si svegliasse un giorno
illuminati da un' improvvisa folgorazione
e comprendessimo che siamo eterni !
In un corpo che deperisce ,
in una mente , in una volonta'
in una parte emotiva
in continuo cambiamento ,
io sono eterno .
Nel momento di tenebra
io sono sempre un punto di luce ,
nei momenti di disperazione
capisco cio' che avviene intorno a me
mi riguarda perche' lo sento,
ma non incide nella parte eterna del mio essere .
Quando tutto cio ' che cambia e si trasforma
sara assorbito da questo centro eterno
del nostro essere ,
allora saremo pienamente liberi
" .
(Padre Giovanni Vannucci)

Il quarto Addestramento: parola amorevole e ascolto profondo.

"Consapevole della sofferenza causata dal parlare senza attenzione e dall’incapacità di ascoltare gli altri, mi impegno a coltivare la parola amorevole e l’ascolto compassionevole allo scopo di alleviare la sofferenza e promuovere la riconciliazione e la pace im me stesso(a) e fra gli altri – persone, gruppi etnici e religiosi e nazioni. Sapendo che le parole possono essere fonte di felicità o sofferenza, mi impegno a parlare in modo veritiero, usando parole che ispirino fiducia, gioia e speranza. Quando in me si manifesta la rabbia, sono determinato(a) a non parlare. Praticherò la respirazione consapevole e la meditazione camminata per riconoscere la mia rabbia e osservarla in profondità. So che le radici della rabbia possono essere trovate nelle mie percezioni erronee e nella mancata comprensioe della differenza della sofferenza in me stesso(a) e nell’altra persona. Parlerò e ascolterò in un modo che possa aiutare me stesso(a) e l’altra persona a trasformare la sofferenza e a trovare una via d’uscita nelle situazioni difficili.
Sono determinato(a) a non diffondere notizie di cui non sono sicuro(a) e a non pronunciare parole che possano causare divisione o discordia. Praticherò la Retta Diligenza per alimentare la mia capacità di comprensione, amore, gioia e inclusività, e trasformare gradualmente la rabbia, la violenza e la paura che giacciono nel profondo della mia coscienza.
"
(Thích Nhat Hanh)

mercoledì 29 luglio 2015

Ci vuole coraggio per mettere in discussione se stessi

"Ci vuole coraggio per mettere in discussione se stessi. Solo chi mette il suo Io in secondo piano e non pensa per sé, riesce a non perdere di vista l’insieme. Siate aperti ad ogni esperienza che vi si presenti nel tempo a venire. C’è bisogno di un rinnovamento a tutti i livelli per potersi aprire al nuovo progetto. Questo significa che non dovete aggrapparvi né alle vostre religioni, né alle vostre convinzioni, né ad altri sistemi di idee. Vi impediscono di seguire veramente il vostro nuovo cammino. Questo non significa che non si debba pregare o recitare orazioni, noi ci riferiamo ai concetti obsoleti che impediscono il vostro sviluppo. Avete imboccato un cammino che richiede un grande coraggio: coraggio di lasciarvi alle spalle tutto ciò che ostacola il vostro sviluppo, di rinunciare a quello che nel vostro contesto abituale vi da sicurezza. Saper essere soli, avere fiducia e mostrare coraggio saranno sufficienti a rendervi indipendenti da ogni aiuto materiale. Il vostro coraggio crescerà immensamente mentre affronterete necessariamente l’esperienza di questo “essere soli”, di questa solitudine interiore in cui nessuno potrà accompagnarvi."
(Corinna Stockhausen)

martedì 28 luglio 2015

La gioia

"La gioia non è una passione umana, violenta, che sorge in un breve istante e subito scompare. E' la saggezzaa insita nell'essere umano, la luce del cuore, il suo scintillio nella vita di tutti i giorni.
Condividere significa moltiplicare le possibilità di essere felici.
"
(Dugpa Rimpoce)

lunedì 27 luglio 2015

La collera

"La collera si radica nella mancanza di comprensione di se stessi e delle cause, sia profonde che immediate, che hanno generato la situazione spiacevole."
(Thich Nhat Hanh)

venerdì 24 luglio 2015

Il risveglio spirituale

"Il risveglio spirituale è spesso descritto come la scalata a una montagna. Ci lasciamo alle spalle il nostro attaccamento e la nostra mondanità e lentamente ci incamminiamo verso la cima. In vetta abbiamo trasceso tutto il dolore. L’unico problema di questa metafora è che ci lasciamo alle spalle tutti gli altri- il fratello ubriacone, la sorella schizofrenica, gli animali e gli amici tormentati. La loro sofferenza continua, non confortata dalla nostra fuga personale.Nel processo della scoperta della bodhicitta, il viaggio va verso il basso, non verso l’alto. Come se la montagna puntasse verso il centro della terra anziché raggiungere il cielo. Invece di trascendere la sofferenza di tutte le creature, ci muoviamo verso la turbolenza e il dubbio. Ci saltiamo dentro. Ci scivoliamo dentro. Ci entriamo in punta di piedi. Cia avviciniamo in qualsiasi modo. Esploriamo la realtà e l’imprevedibilità dell’insicurezza e del dolore, senza cercare di allontanarle. Se ci vogliono anni, vite intere pazienza, sia come sia. Alla nostra andatura, senza velocità o aggressività, scendiamo sempre più giù. Insieme a noi scendono milioni di altre persone, nostri compagni del risveglio dalla paura. In fondo scopriamo l’acqua, l’acqua risanatrice della bodhicitta. Proprio laggiù, nel bel mezzo delle cose, scopriamo l’amore che non morirà.Per provare compassione per gli altri, dobbiamo provare compassione per noi stessi. In particolare, prestare attenzione alle persone paurose, arrabbiate, gelose, sopraffatte da dipendenze di ogni genere, arroganti, orgogliose, avare, egoiste, meschine, quello che volete provare compassione e preoccuparsi per queste persone significa non scappar via dal dolore di ritrovare queste caratteristiche dentro di noi. Di fatto, può cambiare tutto il nostro atteggiamento nei confronti del dolore. Anziché evitarlo e nasconderci, potremmo aprire i cuori e permetterci si sentire quel dolore, sentirlo come qualcosa che ci addolcisce e ci purifica e ci rende molto più amorevoli e gentili."
(Pema Chödrön)

giovedì 23 luglio 2015

Il momento presente

"Consapevole che la Vita e' disponibile solo nel momento presente e che e' possibile vivere felicemente qui e ora, mi impegno ad allenarmi a vivere profondamente ogni momento della mia vita quotidiana.Non mi farò trascinare dai rimpianti del passato, dalle preoccupazioni per il futuro, o dall'avidità', dalla rabbia e dalla gelosia nel presente. Pratichero' il respiro consapevole per ritornare a cio' che accade nel momento presente. Sono determinata/o ad apprendere l'arte del vivere consapevole, entrando in contatto con gli elementi meravigliosi, vitali e salutari che esistono in noi e intorno a noi e nutrendo i semi di gioia,pace,amore e comprensione in noi stessi in modo da facilitare il lavoro di trasformazione e di guarigione della coscienza."
(Thich Nhat Hanh)

Meditazione

"Ritira la mente. Sii immobile. Non essere più qui. Lontano, nel cerchio di qualche orizzonte non sentito e non udito, la terra gira in fatica e tumulto di lotta. Sii immobile e non essere in nessun luogo. Ritirati. Lontano, il genere umano a dispetto dell’amore con caldo imbroglio, intrappola il piede del senso. Sii inconsapevole. Con le mani giunte sii ora silenzioso e con gli occhi chiusi vedi la Tenebra-Luce. Ora solo la distanza, e un vuoto di cose e tuttavia l’infinito in entrambe le mani. Nell’equilibrio, senza desiderio o non desiderio Sii assoluto per la vita, una mente libera che non dimora in nessun luogo, su due ali."
(Christmas Humphreys)

mercoledì 22 luglio 2015

Yoshodara! Chi conosce questo nome? Yoshodara era sposata con Siddartha.....

Yoshodara! Chi conosce questo nome? Il principe Siddartha, Gotama… Tutti modi per chiamare Buddha… sono nomi molto conosciuti e ovunque venerati… invece, Yoshodara… Yoshodara era sposata con Siddartha, lo amava molto. Una notte Siddartha decise di lasciare lei e il loro figlio Roul mentre dormivano per cercare l'illuminazione, per liberare l'umanità dai mali che l'affliggono e passare per sempre alla storia come Buddha.
Nemmeno una parola le ha detto ed è scappato via in piena notte.
Yoshodara aveva mostrato compassione per i malati e i sofferenti molto prima che Siddartha sapesse cosa fosse la sofferenza.
Chi può dire se Siddartha non debba la sua illuminazione proprio a lei?
Forse Yoshodara avrebbe voluto lasciare Siddartha e Roul ma non l’ha fatto.
Come potremo mai sapere cos’abbia provato Iashadara, quanto sia stata sola, come si sia sentita quando Siddartha l’ha abbandonata?
Chi ha mai pensato a lei alla sua solitudine?
Che cosa avrà detto a suo figlio Roul di fronte all’eterna domanda?! Mio padre dov’è?
Come potrebbe una madre abbandonare di notte il proprio bambino? E’ una cosa possibile solo per un uomo, Tashi, solo per un uomo.
Dopo di che Yoshodara non ebbe scelta, dovette vivere purtroppo una vita di rinunce di privazioni, si tagliò i capelli e iniziò a vivere una vita da asceta.
Sai Taashi, se tu riuscissi ad osservare il “Dharma“ con l’intensità della passione che hai dimostrato nei miei confronti, riusciresti a diventare un Buddha in questo corpo, in questa vita.

(Dal film: Samsara)

martedì 21 luglio 2015

Venerdì 31 luglio - Meditazione del Plenilunio - Ingresso gratuito - Prenotazione obbligatoria

Venerdì 31 luglio - Meditazione del Plenilunio - Ingresso gratuito
presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana, via Marsala 11 - Firenze Ore 19,30


Meditazione per entrare in contatto con l'energia dei Maestri di Luce

Meditazione introdotta e condotta da Massimiliana Molinari


orario: dalle 19,30 alle 20,30 circa

Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe.

Posti limitati


Info e prenotazione: massimilianamolinari@gmail.com / roberto.diferdinando@tin.it - 3396788142/3339728888

La ricchezza dell'esperienza del momento presente

"La ricchezza dell'esperienza del momento presente è la ricchezza della vita stessa.
Troppo spesso lasciamo che i nostri pensieri e le nostre presunte conoscenze ci impediscano di vedere le cose così come sono. Tendiamo a dare per scontato il quotidiano e perdiamo di vista la straordinarietà dell'ordinario.
Per cogliere la ricchezza del momento presente, dobbiamo coltivare quella che è detta, nello Zen, 'mente del principiante': una mente che è disposta a guardare ogni cosa come se la vedesse per la prima volta.
"
(Jon Kabat-Zinn)

lunedì 20 luglio 2015

Pura esperienza

"La mia tesi è che se cominciamo con l’ipotesi che esiste solo un’entità prima o materiale nel mondo, un’entità di cui tutto è composto, e se la chiamiamo “pura esperienza”, allora sapere può essere facilmente spiegato come un tipo particolare di relazione in cui possono entrare porzioni di pura esperienza."
(William James -ERE, pg. 4)

La compassione

"Quando la compassione sorge spontanea nel nostro cuore, si apre una porta interiore su quell'esperienza infantile dell'amore che fa parte della nostra realtà fondamentale: è questo uno dei suoi aspetti meravigliosi! Secondo la prospettiva laica, vista la nostra natura biologica di animali sociali il nutrimento è parte integrante del meccanismo di sopravvivenza umano. Senza l'amore della madre, nonché la capacità istintiva del neonato di cercare e godere dell'affetto materno, l'essere umano non avrebbe nessuna possibilità di sopravvivenza.
Mi capita spesso di citare le prove mediche e scientifiche che dimostrano come il semplice contatto fisico con la madre, o con un'altra persona che ne faccia le veci, costituisca il fattore più importante per la crescita delle dimensioni del nostro cervello nel corso delle prime settimane di vita. Ciò dimostra quanto il ruolo dell'amore e della compassione altrui sia cruciale per la sopravvivenza e il benessere di qualsiasi individuo. Ecco perché sperimentare compassione per gli altri significa fare ritorno alla nostra più profonda natura.
Una volta dischiusa quella porta interiore, volgerci agli altri e stabilire un contatto con loro non ci costa più nessuna fatica. Ed è per lo stesso motivo che il più grande antidoto all'insicurezza e all'angoscia è proprio la compassione, che ci riporta alle fondamenta della nostra forza interiore. Un essere veramente compassionevole è l'incarnazione di uno spirito impavido e spensierato, che scaturisce a sua volta dalla libertà da qualsiasi preoccupazione egocentrica.
La compassione è una qualità che ogni essere umano eredita per diritto di nascita, a tale riguardo, essere credenti o meno non fa alcuna differenza. Gli insegnamenti delle religioni tradizionali intendono solo aiutarci a riconoscere tale eredità, e ci forniscono strumenti sistematici per promuoverla, svilupparla e portarla alla massima perfezione."
(Dalai Lama)

venerdì 17 luglio 2015

La meditazione

"La meditazione ci insegna che più noi entriamo profondamente in un mistero di unità, più diventiamo realmente umani e compassionevoli. Approfondendo il nostro impegno personale per il cammino umano, ciascuno di noi approfondisce anche il proprio impegno per quella parte di umanità con cui ci imbattiamo nella nostra vita quotidiana".
(John Main OSB)

domenica 12 luglio 2015

Valore. Insicurezza e autostima .



Molto spesso mi trovo a lavorare con persone che sentono di valere poco, che quello che dicono, fanno o hanno non è abbastanza, e la prima domanda che mi viene da fare è "non è abbastanza per chi?" . E la successiva è "cosa è il valore per te?" . Nel testo che segue Almaas spiega molto bene a mio parere la distorsione che comunemente attuiamo nelle nostre vite riguardo al valore.
 "Esaminiamo innanzitutto il significato che diamo alla parola valore. Come per la maggior parte della gente , anche per voi all'inizio del Lavoro il valore è legato al superego: voi pensate che abbia valore ciò che il superego approva, mentre considerate privo di valore ci che il superego disapprova. Il valore quindi dipende in gran parte dall'inconscio, dall'imprinting che avete ricevuto dalle vostre convinzioni. Il giudizio di valore dipende inizialmente da motivazioni inconsce."
Nel lavoro di pratica della Presenza ci si accorge quasi da subito a cosa attribuiamo valore e come poi creiamo tensione nel nostro sistema per perseguire il modello di valore a cui aderiamo. Ma con il passare del tempo ci si accorge del disagio che questo continuo "tendere a", questa continua ricerca ci portano. Comprendere che la ricerca del valore è vana, è un tentativo di non sentire la disconnessione con chi realmente siamo, diventa un passaggio importante che Almaas sottolinea con queste parole "É possibile dare valore a ciò che siete,in qualsiasi momento,e non solo perchè esistete , ma perchè sapete che l'esistenza in se stessa è un valore." e ancora  "...la nostra esistenza non ha valore,è valore,è la fonte del valore,è ciò che da valore a tutto il resto.Normalmente non riusciamo a rendercene conto con tanta profondità. Il valore,in sè e per sè, è un aspetto dell'essenza, è indipendente dalla mente e può essere avvertito come valore assoluto.....Il mio valore è indipendente da ció che dice il mio superio o quello di chiunque altro,è indipendente da ciò che accade." 
Buona pratica. 

( cit. Almaas "Il cuore di diamante")

sabato 11 luglio 2015

Sii qui adesso....

"Sii qui adesso. Ama il viaggio. Ama il momento, in pace ed amore. Solo stai qui, adesso."
(Ram Daas) 

venerdì 10 luglio 2015

Il Sutra sui quattro fondamenti della consapevolezza

"Udii queste parole del Buddha a Kammassadharma, una città del popolo dei Kuru. Il Buddha si rivolse ai bhikkhu: "O bhikkhu". I bhikkhu risposero: "Venerabile Signore".
Il Buddha disse: "Bhikkhu, c'è una via meravigliosa per aiutare gli esseri viventi a realizzare la purificazione, superare direttamente il dolore e la tristezza, porre fine alla sofferenza e all'ansia, percorrere il retto sentiero e realizzare il nirvana. È la via dei quattro fondamenti della consapevolezza.
"Quali sono i quattro fondamenti?
1. "Bhikkhu, il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.
2. "Egli si radica nell'osservazione delle sensazioni nelle sensazioni, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.
3. "Egli si radica nell'osservazione della mente nella mente, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.
4. "Egli si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.
[...]"
(Satipatthana sutta (Theravada) dal Majjhima Nikaya, 10. Tradotto dal pali da Thich Nhat Hanh e Annabel Laity).
Metti in evidenza il post

giovedì 9 luglio 2015

Un tesoro dentro di noi

"C'è un tesoro nascosto dentro ognuno di noi.
E' nascosto solo perché abbiamo dimenticato che esiste"
(Le dimensioni dell'Essere - Avikal E. Costantino)

mercoledì 8 luglio 2015

Prestare attenzione....

Quando prestiamo davvero attenzione, ogni cosa è il nostro maestro.
Ezra Bayda (insegnante Zen statunitense)

martedì 7 luglio 2015

Disidentificazione e Realizzazione

E dopo un po' di pausa da matrimonio riprendo con le citazioni sulla pratica della presenza e l'essenza . Questo spazio nasce dalla passione di scoprire chi sono, chi siamo al di la delle varie forme con cui ci manifestiamo e con cui ci identifichiamo.
Mentre si prosegue nel cammino si scopre sempre di più che chi sono è un'esperienza, è l'esperienza e chi fa l'esperienza .Quando nella pratica arriviamo a comprendere che noi non siamo i nostri programmi, i nostri schemi, non siamo la nostra storia, i limiti cambiano, i confini si espandono e un senso di fluire possibile si manifesta. In questo stato di consapevolezza viene meno quel bisogno di tener sotto controllo il nostro vivere attraverso le preferenze, o meglio attraverso il rifiuto dell'esprienza, e ciò che diventa importante è la consapevolezza che io sono chi fa esperianza, non solo l'esperienza. A questo proposito Almaas scrive:“Una volta capito che siete la vostra essenza personale, quello che fate non importa più tanto. Scegliete ciò che migliora ed espande il vostro vero sé, perché non ci potrà mai essere un vero senso di realizzazione, se non realizzate la parte essenziale di voi stessi, niente può sostituirla”. Realizzare chi siamo non è un punto di arrivo ma di partenza . Nei prossimi post parleremo anche di come arrivarci.

lunedì 6 luglio 2015

La vita

"La vita è molto reale-la vita non è un'astrazione, e quando l'affrontate con le immagini sorgono i problemi".
(Krishnamurty)

Il Nobile Silenzio

"[...] C'eravamo inoltre ripromessi di non mangiare dopo mezzogiorno, di non portare gioielli, di non usare profumi e di non dormire in un letto troppo comodo. Inoltre c'eravamo impegnati a mantenere il Nobile Silenzio, cioè non parlare e a non fare rumori che distraessero gli altri. E questo fu magnifico.
Durante le passeggiate fra una meditazione e l'altra si incontravano gli latri partecipanti e non c'era bisogno di fare conversazione; un cenno muto della testa bastava. A tavola non c'era bisogno di dire qualcosa tanto per riempire il vuoto, che a volte pare insopportabile, con banalità ancora più vuote. Ognuno era sempre solo con se stesso.
Il silenzio fu un a grande scoperta perché, senza quel primo piano delle parole altrui, mi accorsi che anche la grandiosa bellezza della natura era nel suo silenzio. Guardavo le stelle e sentivo il oro silenzio; la luna non faceva rumore e anche il sole si levava e tramontava senza nemmeno un bisbiglio. [...] Mi parve che, questo del silenzio, fosse un diritto naturale che ci era stato tolto. pensai con orrore a quanta parte della vita se ne va, calpestata dalla cacofonia che ci siamo inventati con l'illusione che ci faccia piacere o compagnia. Ciascuno dovrebbe ogni tanto, raffermare questo diritto al silenzio e concedersi una pausa, una pausa di giorni di silenzio, per risentire se stesso, per riflettere e ritrovare un po' di sanità [...]"
(Tiziano Terzani - Un indovino mi disse)

Per tutti noi Viaggiatori in cammino...

Per tutti noi Viaggiatori in cammino..."Noi siamo dominati da tutto ciò in cui il nostro io s’identifica. Possiamo dominare, dirigere ed utilizzare tutto ciò da cui ci disidentifichiamo." R. Assagioli. In questa frase si racchiude il percorso di una vita, la strada per realizzare, scoprire, incarnare chi siamo realmente, tornando a vibrare in quel "punto zero", il campo delle infinite possibilità...spesso è un continuo andare e venire..ma quando ci siamo è Casa..... buon cammino
(Massimiliana Molinari

sabato 4 luglio 2015

Meditare

“[…] I primi giorni furono durissimi. Appena seduto, la posizione del loto mi pareva comodissima, ma dopo un quarto d’ora diventava insopportabile; dopo mezz’ora era una vera tortura: le ginocchia sembravano riempirsi di spilli, la schiena era tutto un crampo e il desiderio di muoversi diventava fortissimo. Mai, neppure per un secondo, riuscivo a ‘meditare’. Invece d’essere là dove il respiro toccava la pelle, la mia mente era ‘una scimmia che saltava da un ramo a un altro’, come John ci aveva avvertiti, e non ero capace, neppure per un attimo, di farne ‘un bufalo solido e forte, mettergli una corda al collo e legarlo al palo ‘. <<Pensa solo a quel punto, senti solo quella sensazione del respiro che tocca la pelle. Pensa solo a quel punto…>> diceva, lentissimo, John […] . <<Nell’attimo in cui il respiro tocca la superficie della pelle, i tessuti nervosi rispondono con una sensazione, con l’esperienza del tocco… Sii cosciente di quella sensazione… Sii cosciente del respiro che entra, che esce…e i fuochi dell’ingordigia, dell’odio, dell’ignoranza, del desiderio, dell’avversione si estingueranno e la mente sarà calma, serena, libera dalla paura, dall’angoscia…>>. […]
(Tiziano Terzani – Un indovino mi disse)

Prenditi tempo

"Prenditi tempo
per amare ed essere amato
perché questo è il privilegio dato da Dio.
Prenditi tempo
per essere amabile
perché questo è il cammino della felicità.
Prenditi tempo
per ridere
perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo
per dare
perché il giorno è troppo corto
per essere egoista."
("Tomate Tiempo”, poesia uruguayana)

venerdì 3 luglio 2015

Spiritualità

[…] D’altra parte, così come nessuno ha diritto di discriminare gli latri per la loro religione o per la loro irreligiosità, reclamiamo per noi stessi il diritto di proclamare la nostra spiritualità e di credere nell’immortalità e nel sacro.
La nostra spiritualità non è la spiritualità della superstizione, non è la spiritualità dell’intolleranza, non è la spiritualità del dogma, non è la spiritualità della violenza religiosa; è la spiritualità che si è risvegliata dal suo profondo sonno per alimentare le migliori aspirazioni degli esseri umani.
[…].
Vogliamo dare coerenza alla nostra vita facendo coincidere ciò che pensiamo con ciò che sentiamo e con ciò che facciamo. […].
(Il Messaggio di Silo)

Ascolto

"Siddharta ascoltava. Era tutt'orecchi, interamente immerso in ascolto, totalmente vuoto, totalmente disposto ad assorbire; sentiva che ora aveva appreso tutta l'arte dell'ascoltare. Spesso aveva già ascoltato tutto ciò, queste mille voci nel fiume; ma ora tutto ciò aveva un suono nuovo. Ecco che più non riusciva a distinguere le molte voci, le allegre da quelle in pianto, le infantili da quelle virili, tutte si mescolavano insieme, lamenti di desiderio e riso del saggio, grida di collera e gemiti di morenti, tutto era una cosa sola, tutto era mescolato e intrecciato, in mille modi contesto. E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita. E se Siddharta ascoltava attentamente questo fiume, questo canto dalle mille voci, se non porgeva ascolto né al dolore né al riso, se non legava la propria anima a una di quelle voci e se non s'impersonava in esse col proprio io, ma tutte le udiva, percepiva il Tutto, l'Unità, e allora il grande canto delle mille voci consisteva in un'unica parola, e questa parola era Om: la perfezione".
(Hermann Hesse)

Non immaginare....

Non immaginare di essere solo nel tuo villaggio, nella tua città, sulla Terra e negli infiniti mondi.
Non immaginare di essere incatenato a questo tempo e spazio.
Non immaginare che con la tua morte si perpetui in eterno la solitudine

(Il Messaggio di Silo)

giovedì 2 luglio 2015

Ritiro di meditazione

“[…] E così c’ero arrivato anch’io. Fermo come un sasso, seduto per terra, a gambe incrociate, con l emani posate una sopra l’altra, all’altezza dell’ombelico, le palme rivolte all’insù, la schiena dritta, le spalle rilassate e gli occhi chiusi, a pensare alla punta del mio naso, a cercare quell’attimo in cui il respiro, fattosi lento e leggero, entrando ed uscendo, tocca un punto preciso della pelle. Un’ora dopo l’altra. Un giorno dopo l’altro: senza mai dire una parola, mangiando vegetariano – l’ultimo pasto prima di mezzogiorno -, a letto alle nove, senza leggere la pagina di un libro per non distrarsi, cercando di essere sempre cosciente di ogni gesto, di ogni pensiero, di ogni sensazione […].”
(Tiziano Terzani – Un indovino mi disse)

Meditare

“[…] Usai l’intervallo di mezzogiorno per andare a meditare in cima alla cascata. Dopo anapanaa, entrai nella pelle, mi persi in una cellula e mi si aprì il vuoto. Mi vennero incontro immagini dorate di volti di gente che conoscevo: mia madre, mio padre, degli sconosciuti…poi dei bellissimi colori. C’ero arrivato!
Ebbi di nuovo crampi e difficoltà, ma ormai sapevo che passavano, che ero capace di tornare a quella porta e traversarla. Soprattutto avevo capito la grandezza di John e del suo metodo: arrivare all’idea della non permanenza, alla coscienza di aniiccia, usando quel dolore indotto dall’immobilità. Una volta accettato che anche il dolore, come tutto il resto, era passeggero, il grande passo era fatto
[…].”
(Tiziano Terzani – Un indovino mi disse)

mercoledì 1 luglio 2015

Meditare

La prima ora di meditazione, ancor prima che il sole si alzasse, era la più bella. Un vento fresco, sfumato di odori, soffiava dalla valle, attraversava la terrazza, sfiorava quelle masse triangolari, immobili, di gente avvolta nelle coperte. […] Seduto guardavo a lungo questa muta scena di pace, prima di chiudere anch’io gli occhi. Mi pareva che il gruppo come tale sprigionasse una grande energia e che lo sforzo comune elevasse lo sforzo di ciascuno.
La mattina dell’ottavo giorno elevò anche il mio. Le gambe mi facevano malissimo, stavo di nuovo per cedere, ma d’un tratto la sofferenza s’acquietò, il dolore non mi fece più paura, cominciò a sciogliersi e sparì. Ce l’avevo fatta. La mente non era più una scimmia che saltava di ramo in ramo. Era lì. Era mia. Fu un grande piacere. Poi sentii le parole di John:<<Lascia andare….Lascia andare….Non attaccarti a niente….Non desidera niente>>. Anche quel piacere d’aver domato la mente, d’aver dominato il dolore, era passeggero, e lasciai che se ne andasse. Tornai al punto dove il respiro toccava la pelle
[…].”
(Tiziano Terzani – Un indovino mi disse )