mercoledì 29 ottobre 2014

"Il prezzo dell'ansia"

"[...] Il prezzo dell'ansia non sta solo nel fatto che essa abbassa la risposta immunitaria; altre ricerche dimostrano anche i suoi effetti negativi sul sistema cardiovascolare. Nutrire costantemente sentimenti di ostilità e andare incontro a ripetuti episodi di collera sembrano essere importantissimi fattori di rischio di cardiopatia per gli uomini; nelle donne, invece, le emozioni più letali sono probabilmente l'ansia e la paura. In una ricerca condotta dalla Stanford University School of Medicine su più di mille uomini e donne che avevano avuto un primo attacco di cuore, le donne che in seguito ne ebbero un secondo si distinguevano per elevati livelli di ansia e paura. In molti casi, la paura prendeva la forma di fobie paralizzanti:
dopo il loro primo attacco le pazienti smettevano di guidare, lasciavano il proprio lavoro ed evitavano di uscire.
Gli insidiosi effetti fisici dello stress e dell'ansia - quelli prodotti da professioni o stili di vita ad alta pressione, come quello di una madre single che si sobbarchi la cura del figlio piccolo e il peso di un impiego - vengono oggi analizzati a livello molto dettagliato dal punto di vista anatomico. Ad esempio, Stephen Manuck, uno psicologo della Pittsburgh University, sottopose trenta volontari maschi a un test severo e rigoroso in un contesto ansiogeno; l'esperimento aveva luogo in laboratorio, monitorando i parametri ematici dei volontari, e dosando nel loro sangue una sostanza secreta dalle piastrine, chiamata adenosintrifosfato o A.T.P., che può innescare cambiamenti vasali tali da portare ad attacchi cardiaci e ictus. Quando i volontari erano sottoposti allo stress intenso, i loro livelli di A.T.P., come anche la frequenza cardiaca e la pressione ematica, salivano bruscamente.
Comprensibilmente, i rischi per la salute sembrano massimi nel caso di occupazioni che comportino grande “tensione”: ad esempio, il dover dare elevatissime prestazioni quando si ha uno scarso controllo - o addirittura nessun controllo - sulle modalità di svolgimento del lavoro (una difficile situazione, questa, che giustifica l'elevata incidenza di ipertensione riscontrata, ad esempio, fra gli autisti di autobus). In uno studio su 569 pazienti affetti da cancro del colon-retto e su un gruppo di controllo omogeneo, i soggetti che affermarono di aver sperimentato gravi problemi sul lavoro nei dieci anni precedenti avevano una probabilità di cinque volte e mezza superiore di sviluppare il cancro di quelli che non avevano patito quel tipo di stress.
Poiché il prezzo fisico della sofferenza psicologica è tanto grande, le tecniche di rilassamento - che si oppongono direttamente all'attivazione fisiologica causata dallo stress - vengono usate clinicamente per allentare la sintomatologia di un'ampia gamma di patologie croniche. Esse includono le malattie cardiovascolari, alcuni tipi di diabete, l'artrite, l'asma, i disturbi gastrointestinali e il dolore cronico, tanto per nominarne solo qualcuna. Nella misura in cui ogni sintomo può peggiorare in presenza di stress e di sofferenza psicologica, aiutare i pazienti ad essere più rilassati e a gestire i propri sentimenti turbolenti può spesso offrire un certo sollievo. [...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

Il passato...

"Vi auguriamo che possiate accettare e lasciare andare il passato, comunque esso sia stato, che possiate aprirvi al momento presente, fidandovi della vostra capacità di averne cura, con intenzione, attenzione, gentilezza, che possiate affidarvi a ciò che fiorirà nel futuro, certi che esso sarà il frutto della vostra cura sollecita del momento presente."
(cit.)

Silenzio

"Tutto il meglio avviene nella solitudine e nel silenzio: non importa che qualcuno sappia o ascolti; c’è chi accoglie, c’è un senso profondo nel quale ogni cosa vive, un’anima che respira l’infinito."
(Sirio Politi)

lunedì 27 ottobre 2014

Le emozioni

"[...] Solitamente, dal punto di vista fisiologico, un'emozione sorge prima che l'individuo ne sia conscio. Ad esempio, quando le persone che temono i serpenti osservano disegni che li raffigurano, sensori posti sulla loro pelle rivelano che cominciano a sudare, sebbene essi sostengano di non aver paura alcuna. In questi soggetti la sudorazione compare anche quando il disegno di un serpente viene presentato loro così rapidamente che essi non sono assolutamente consapevoli di che cosa, esattamente, abbiano appena visto - e meno che mai sono consapevoli di essere in procinto di diventare ansiosi. Questa agitazione emozionale preconscia continua ad aumentare e diventa infine abbastanza forte da irrompere nella consapevolezza. Esistono pertanto due livelli di emozione, quello conscio e quello inconscio. Il momento in cui un'emozione si fa strada nella consapevolezza segna la sua registrazione come tale da parte della corteccia frontale.
Le emozioni che covano sotto la cenere al di sotto della soglia della consapevolezza possono avere un impatto potente sul nostro modo di percepire e reagire, anche se non ce ne rendiamo conto. Prendiamo, ad esempio, qualcuno che sia stato infastidito dall'incontro con un tipo villano al principio della giornata e che resti irritabile per ore, offendendosi a sproposito e rimbeccando aspramente gli altri senza motivo. Può darsi benissimo che costui non si renda conto della propria irritabilità e che si sorprenda quando qualcuno gliela fa notare, sebbene sia proprio quell'irritabilità, appena al di là della consapevolezza, ad imporgli le sue brusche risposte. Ma una volta che l'azione viene portata nella consapevolezza - una volta che essa sia stata registrata dalla corteccia - quest'uomo potrà rivalutare la situazione e decidere di scrollarsi di dosso i sentimenti lasciatigli dall'incontro sgradevole del mattino, cambiando prospettiva e stato d'animo. In questo modo, l'autoconsapevolezza delle proprie emozioni è l'elemento costruttivo essenziale di un altro importantissimo aspetto dell'intelligenza emotiva, ossia la capacità di liberarsi di uno stato d'animo negativo. [...]".
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

domenica 26 ottobre 2014

Mercoledì 29 ottobre - Meditazione di Consapevolezza "Vipassana" - Ingresso libero

Mercoledì 29 ottobre - Meditazione di Consapevolezza "Vipassana"
presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana, via Marsala 11 - Firenze
Ore 20,30

Pratica base del respiro consapevole per un’esperienza unitaria di sé. Una delle più efficaci tecniche di benessere psicosomatico.
Presa di contatto e di consapevolezza con il proprio corpo, nelle sue parti e nella sua interezza.

Meditazione introdotta e condotta da Roberto Di Ferdinando

orario: dalle 20,30 alle 21,30 circa

Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe

Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Per info e prenotazioni: roberto.diferdinando@tin.it – cell.:3339728888

"L'AIUTO DEGLI AMICI - BUONA SALUTE E RELAZIONI PERSONALI"

"Alla lista dei rischi per la salute da attribuirsi a problemi emotivi, va aggiunto il suono del silenzio - la solitudine - e a quella dei fattori che proteggono il benessere, il poter contare su legami stretti. Studi compiuti nell'arco di vent'anni, ai quali hanno preso parte più di trentasettemila persone, hanno dimostrato che l'isolamento sociale - la sensazione di non aver nessuno con cui condividere i propri sentimenti più intimi o con cui avere uno stretto contatto - raddoppia le probabilità di malattia o di morte. Come recitava nelle sue conclusioni un articolo pubblicato su "Science" nel 1987, di per se stesso, l'isolamento “è significativo ai fini della mortalità esattamente come il fumo, l'ipertensione, un elevato livello ematico di colesterolo, l'obesità e la mancanza di attività fisica”. Per essere precisi, il fumo aumenta il rischio di mortalità di un fattore pari a 1.6, mentre l'isolamento sociale lo moltiplica di un fattore 2.0, distinguendosi come uno dei principali fattori di rischio.
L'isolamento è più difficile da sopportare per gli uomini che per le donne. Gli uomini isolati avevano una probabilità di morte dalle due alle tre volte superiore rispetto a quella di uomini con stretti legami sociali; nel caso delle donne isolate, invece, il rischio era di una volta e mezza superiore rispetto a quello di soggetti meglio integrati socialmente. Il diverso impatto dell'isolamento nei due sessi potrebbe essere dovuto al fatto che le relazioni delle donne tendono a essere più intime, dal punto di vista emotivo, di quelle degli uomini; per una donna, anche pochi di questi legami sociali possono risultare più confortanti di uno stesso numero di amicizie nel caso di un uomo.
Naturalmente, la solitudine non equivale all'isolamento; molte persone che vivono da sole o hanno pochi amici sono soddisfatte e sane. Piuttosto, a comportare il rischio è la sensazione soggettiva di essere tagliati fuori dal mondo degli altri e di non avere nessuno a cui rivolgersi. [...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

sabato 25 ottobre 2014

L'abbecedario dell'intelligenza emotiva

" [...] Supponiamo che una bambina di due mesi si svegli alle tre di notte e cominci a piangere. La madre va da lei e, per la mezz'ora successiva, allatta la piccola tenendola fra le braccia, guardandola con affetto e raccontandole quanto sia felice di vederla, sia pure nel bel mezzo della notte. La bambina, soddisfatta dell'amore della madre, risprofonda nel sonno.
Ora immaginiamo un altro bambino di due mesi, che si svegli anche lui piangendo nel cuore della notte, ma che si scontri invece con una madre tesa e irritabile, che si era addormentata solo un'ora prima dopo aver litigato con il marito. Il bambino comincia a entrare in tensione nel momento stesso in cui la madre lo prende bruscamente in braccio dicendogli “Sta' buono - Ci mancava solo questa! Andiamo, facciamola finita”. Mentre allatta il bambino, la madre è come pietrificata: non lo guarda in faccia, ripensa al litigio con il marito e diventa sempre più agitata via via che rimugina sull'accaduto. Il bambino, percependo la sua tensione, si dimena, si irrigidisce e smette di succhiare. “Tutta qui la tua gran fame?!” dice la madre. “E allora basta!” Con lo stesso fare brusco, lo rimette nella culla ed esce dalla stanza lasciandolo piangere finché quello, esausto, non si riaddormenta.
Le due scene sono presentate nel rapporto del National Center for Clinical Infant Programs come esempi di interazioni che, se ripetute all'infinito, istillano in un bambino sentimenti molto diversi riguardo a se stesso e alle sue relazioni più strette. La bambina del primo esempio sta imparando che può confidare nel fatto che gli altri si accorgano delle sue esigenze, che può contare su di loro per essere aiutata e che sa ottenere l'aiuto che le serve; il secondo bambino, invece, sta scoprendo che a nessuno importa molto di lui, che non si può contare sugli altri, e che i suoi sforzi per ottenere conforto sono destinati a scontrarsi con il fallimento.
Naturalmente, la maggior parte dei bambini ha almeno un assaggio di entrambi i tipi di interazione. Ma nella misura in cui una o l'altra è tipica del modo con cui i genitori trattano il proprio figlio nell'arco di anni, tutto questo finirà per impartire al bambino alcuni fondamentali insegnamenti su quanto egli debba sentirsi sicuro e capace nel mondo e su quanto possa fidarsi del prossimo. Secondo Erik Erikson, questo impatto con i genitori determina se un bambino arriverà a nutrire un sentimento di fondamentale “fiducia” o “sfiducia”.
Questo apprendimento emozionale comincia nei primi istanti di vita, e continua per tutta l'infanzia. Tutti i piccoli scambi fra genitori e bambino hanno un fondo emozionale, e nella ripetizione di questi messaggi per anni, i bambini si formano un nucleo di prospettive e capacità emotive. [...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

venerdì 24 ottobre 2014

"La propria forza spirituale...."

"Ci sono molti modi per valutare la propria forza spirituale? - Molti. - Diccene uno. - Scoprire quante volte siete disturbati nel corso di una sola giornata. -."
(Thomas Merton)

"I tre comportamenti inadeguati più comuni nei genitori....."

"[...] I tre comportamenti inadeguati più comuni nei genitori sono:
- "Ignorare completamente i sentimenti" - Questi genitori trattano il turbamento emotivo del bambino come se fosse una cosa banale o una seccatura della quale aspettare la naturale estinzione. Essi non riescono ad approfittare dei momenti carichi di valenze psicologiche per avvicinarsi al bambino o per aiutarlo ad apprendere alcune competenze emozionali.
- "Assumere un atteggiamento troppo incline al laissez-faire" - Questi genitori notano i sentimenti del bambino, ma ritengono che qualunque strategia egli adotti per gestire la sua tempesta interiore - anche lo scontro fisico - vada bene. Come quelli che ignorano i sentimenti del bambino, anche questi genitori raramente intervengono per cercare di mostrare al proprio figlio una risposta alternativa. Essi cercano di calmare ogni turbamento e pur di ottenere che il bambino smetta di essere triste o in collera, si metteranno a mercanteggiare e ricorreranno alle lusinghe.
- "Essere sprezzanti, mostrando di non avere rispetto alcuno per i sentimenti del bambino" - Questi genitori solitamente hanno un atteggiamento di disapprovazione e sono duri sia nelle critiche che nelle punizioni. Ad esempio, possono proibire al bambino di mostrare ogni segno di collera e diventare punitivi al minimo segno di irritabilità. Questo è il tipo di genitore che, quando il figlio cerca di spiegare la propria versione dei fatti, gli grida irritato: “E non permetterti di rispondermi!”.
Infine, ci sono i genitori che colgono l'opportunità di un turbamento del figlio per agire come una sorta di “allenatore” o di guida psicologica. Essi prendono i sentimenti del proprio bambino abbastanza sul serio da cercare di comprendere esattamente i motivi del suo turbamento (“Sei arrabbiato perché Tommy ha ferito i tuoi sentimenti?”) e da tentare di aiutarlo a trovare un modo positivo per calmarsi (“Invece di prenderlo a pugni, perché non trovi qualcosa con cui divertirti da solo finché non ti torna la voglia di giocare ancora con lui?”).
Per riuscire ad essere bravi “allenatori”, i genitori devono avere essi stessi una buona conoscenza dell'intelligenza emotiva. Ad esempio, uno dei fondamentali insegnamenti emozionali per un bambino è il saper distinguere i diversi sentimenti; ma un padre troppo desintonizzato dalla propria tristezza non potrà aiutare il figlio a comprendere la differenza fra il dolore per una perdita, il sentirsi malinconici quando si guarda un film lacrimoso, e la tristezza che assale il bambino quando accade qualcosa a una persona che ama. Oltre a questa distinzione, c'è anche una comprensione più profonda, ad esempio il fatto che la collera è molto spesso causata dal sentirsi feriti.
Crescendo, i bambini non solo sono pronti a ricevere vari insegnamenti emozionali specifici, ma ne hanno bisogno. [...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

"Nel silenzio...."

"Nel silenzio è insito un meraviglioso potere di osservazione, di chiarificazione, di concentrazione sulle cose essenziali."
(Dietrich Bonhoeffer)

Incontri con Suzuki roshi

"Durante un discorso, Suzuki disse che la vita era impossibile.
<<Se è impossibile, come facciamo?>>, chiese uno studente.
<<Lo facciamo ogni giorno>>, rispose Suzuki roshi. "

lunedì 20 ottobre 2014

Seminario di Primo Livello di Reiki - 8 e 9 novembre

 Seminario di Primo Livello di Reiki

 8 e 9 novembre dalle 10 alle 18

reiki master Massimiliana Molinari


  "Io credo che esista un Essere Supremo, l'Infinito Assoluto, una Forza Vitale che governa il mondo e l'universo, un Potere Spirituale invisibile dinanzi al quale tutti gli altri poteri appassiscono nella loro insignificanza. Questo potere è incomprensibile per l'uomo, inimmaginabile, non misurabile, è la Forza Universale della Vita, da cui ogni singolo essere riceve continue benedizioni .
Io chiamerò questa energia Reiki... ."         Hawayo Takata




ReiKi è un antichissimo sistema di guarigione naturale.
Il termine è di origine giapponese e si compone in due sillabe: Rei e Ki; Rei indica l'aspetto unitario, globale, universale; il Ki descrive l'energia o forza vitale di ogni organismo vivente, il termine è quindi usualmente tradotto come “Energia Vitale Universale”.
ReiKi significa ricongiunzione delle energie dell'universo, si basa sul presupposto che ci sia un'unica energia che compenetra ogni essere vivente, minerale, animale, vegetale e che tutte le forme di vita non siano separate ma intimamente connesse.

Com’è stato scritto sopra, Reiki è conosciuto in tutto il mondo come "metodo naturale di guarigione", ma direi che il principale piano su cui lavora è quello della consapevolezza. Già durante il seminario Reiki lavora su tutti i livelli dell'essere, corporeo, emotivo, mentale, spirituale, attraverso la sua funzione di armonizzatore con il Tutto.
Molta della sua azione si esplica sul chakra cardiaco, da dove si attiva la nostra capacità di accogliere e abbracciare ogni forma di manifestazione,  da dove diventa possibile iniziare a riallineare la nostra volontà egoica alla volontà del nostro Essere.
 Tutto questo espande la consapevolezza di “chi siamo veramente”, attraverso il riconoscimento della nostra vera natura.

Il seminario è aperto a tutti, non sono richieste competenze specifiche.

Numero posti limitato.

Per informazioni ed iscrizioni massimilianamolinari@gmail.com ; tel. 3396788142





sabato 18 ottobre 2014

"L'eternità ora"

"Non aspettarsi nulla è una grande arte. Quando non viviamo più nell’aspettativa, allora viviamo in una nuova dimensione. Siamo liberi."
(Francis Lucille, "Eternità ora")

Mercoledì 22 ottobre - Meditazione Golden Flower - Ingresso libero

Mercoledì 22 ottobre - Meditazione Golden Flower
presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana, via Marsala 11 - Firenze
Ore 20,30


La Meditazione “Golden Flower”; detta anche “Meditazione della luce dorata”,  appartiene alla tradizione taoista (principi della “circolazione della luce”) . La tecnica, semplicissima, basata sul respiro e sulla visualizzazione, ha lo scopo di armonizzare le polarità femminile-maschile della persona, concedendo un profondo stato di rilassamento ed equilibrio





Meditazione introdotta e condotta da Roberto Di Ferdinando

orario: dalle 20,30 alle 21,30 circa


Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe

Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Per info e prenotazioni: roberto.diferdinando@tin.it – cell.:3339728888

L'importanza di parlare dei problemi che ci assillano....

"[...] James Pennebaker, uno psicologo della Southern Methodist University; in una serie di esperimenti, egli ha dimostrato che, parlando dei problemi che lo assillano, l'individuo può trarre benefici effetti in termini medici . Il metodo di Pennebaker è eccezionalmente semplice: egli chiede al soggetto di scrivere, per quindici o venti minuti al giorno, e per circa cinque giorni, qualcosa che riguardi “l'esperienza più traumatica di tutta la sua vita”, oppure una preoccupazione contingente molto pressante. Se le persone che partecipano allo studio lo desiderano, i loro scritti possono rimanere interamente privati.
L'effetto di questa confessione è eccezionale: in particolare, si sono riscontrati un aumento della funzione immunitaria, una significativa diminuzione del numero delle visite agli ambulatori medici nei sei mesi successivi, un minor numero di giorni lavorativi perduti, e perfino un miglioramento dell'attività degli enzimi epatici. Inoltre, i soggetti i cui scritti davano prova dei sentimenti più irrequieti erano quelli che ricavavano i maggiori benefici a livello di funzione immunitaria. Emerse così che il modo più “sano” per sfogare sentimenti penosi era in primo luogo quello di esprimere intensamente tali sentimenti, quali che fossero - tristezza, ansia, collera; poi, nel corso dei giorni successivi, intessere un intreccio, alla ricerca di un significato nel trauma o nel travaglio emotivo.
Questo processo, naturalmente, sembra simile a ciò che accade quando l'individuo esplora i suoi problemi nell'ambito della psicoterapia. In verità, i risultati di Pennebaker offrono una
possibile chiave di lettura dei risultati ottenuti in altri studi, nei quali è stato dimostrato che i pazienti sottoposti non solo a intervento chirurgico o a trattamento con farmaci per patologie diverse, ma anche a psicoterapia, spesso presentano un "decorso clinico più favorevole" di quelli che ricevono solo il trattamento farmacologico o chirurgico [...]".
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

venerdì 17 ottobre 2014

L'impatto del comportamento dei genitori sulla competenza dei figli nella sfera emotiva

"[...] L'impatto del comportamento dei genitori sulla competenza dei figli nella sfera emotiva comincia dalla culla. T. Berry Brazelton, l'insigne pediatra di Harvard, si serve di un semplice test diagnostico per valutare l'atteggiamento di un bambino nei confronti della vita. Egli offre due pezzi di un gioco di costruzioni a una bambina di diciotto mesi e poi le mostra come vuole che vengano assemblati. Secondo Brazelton, una bambina con un atteggiamento pieno di speranza verso la vita, che ha fiducia nelle proprie capacità, "prenderà uno dei pezzi, se lo metterà in bocca, lo strofinerà sui capelli, lo lascerà cadere sul lato del tavolo, stando a vedere se glielo raccogliete. Se lo fate, completerà il compito richiestole - metterà insieme i due pezzi. Poi vi guarderà con occhi luminosi pieni di aspettativa, come se dicesse: “Dimmi quanto sono stata brava!”".
Nella loro vita, bambini come questa hanno avuto una buona dose di approvazione e incoraggiamento da parte degli adulti, e si aspettano di riuscire nelle piccole imprese in cui si imbattono. Al contrario, bambini che provengono da famiglie troppo tetre, caotiche o trascurate affronteranno lo stesso piccolo compito in un modo che rivela all'osservatore la loro aspettativa di fallimento. Non è che questi bambini non riescano a mettere insieme i due pezzi del gioco di costruzioni; essi comprendono benissimo le istruzioni e hanno la coordinazione necessaria per attenervisi. Ma anche quando lo fanno, racconta Brazelton, hanno un'aria da “cane bastonato”, un aspetto che pare dire: “Non sono bravo. Vedi, non ci riesco”. E' probabile che questi bambini affrontino la vita con una prospettiva disfattista, senza aspettarsi alcun incoraggiamento o interesse da parte degli insegnanti; per loro la scuola sarà un luogo senza gioia, e forse finiranno per abbandonarla.
La differenza fra le due prospettive - quella dei bambini fiduciosi e ottimisti e quella dei loro coetanei che si aspettano di fallire - comincia a prendere forma nei primissimi anni di vita.
Brazelton sostiene che i genitori “devono comprendere come le loro azioni possano contribuire a generare fiducia, curiosità, piacere nell'apprendimento e nella comprensione dei limiti” - tutte cose che aiutano i bambini a riuscire nella vita. Il suo consiglio si basa su dati, sempre più numerosi, che dimostrano come il successo scolastico dipenda in misura sorprendente dalle caratteristiche emotive formatesi negli anni precedenti all'ingresso del bambino nella scuola.
[...] La prima opportunità di dar forma ai germi dell'intelligenza emotiva si presenta nei primissimi anni di vita, sebbene tali capacità continuino a formarsi anche negli anni della scuola. Le capacità che i bambini acquisiscono più tardi, nella vita, vanno ad aggiungersi a quelle apprese nella prima infanzia. E queste abilità costituiscono una base essenziale per tutto l'apprendimento. Un rapporto del National Center for Clinical Infant Programs afferma che spie efficaci del successo scolastico non sono il patrimonio nozionistico o l'abilità precoce nella lettura, quanto piuttosto la misura di capacità emotive e sociali - essere sicuri di sé e interessati; sapere quale tipo di
comportamento ci si aspetta da noi e come trattenersi dall'impulso di comportarsi male; essere capaci di aspettare, di seguire istruzioni e di rivolgersi agli insegnanti per chiedere aiuto; ed esprimere le proprie esigenze pur andando d'accordo con altri bambini.
Quasi tutti gli studenti che vanno male a scuola, afferma il rapporto, mancano in uno o più di questi elementi dell'intelligenza emotiva (indipendentemente dal fatto che abbiano anche difficoltà cognitive quali, ad esempio, un'incapacità di apprendimento). Le dimensioni del problema non sono di poco conto; in alcuni stati, quasi un bambino su cinque deve ripetere la prima elementare, e con il passare degli anni resta sempre più indietro rispetto ai suoi coetanei, accumulando un senso di scoraggiamento, risentimento e disorganizzazione.
Il fatto che un bambino sia più o meno pronto per la scuola dipende dalla più fondamentale di tutte le conoscenze, ossia quella di come imparare. Il rapporto elenca i sette ingredienti fondamentali di questa capacità importantissima - tutti collegati all'intelligenza emotiva.
1. "Fiducia". Un senso di controllo e padronanza sul proprio corpo, sul proprio comportamento e sul proprio mondo; la sensazione, da parte del bambino, di avere maggiori probabilità di riuscire in ciò che intraprende di quante non ne abbia invece di fallire, e che comunque gli adulti lo aiuteranno.
2. "Curiosità". La sensazione che la scoperta sia un'attività positiva e fonte di piacere.
3. "Intenzionalità". Il desiderio e la capacità di essere influenti e perseveranti. Questa capacità è collegata al senso di competenza, alla sensazione di essere efficaci.
4. "Autocontrollo". La capacità di modulare e di controllare le proprie azioni in modo appropriato all'età; un senso di controllo interiore.
5. "Connessione". La capacità di impegnarsi con gli altri, basata sulla sensazione di essere compresi e di comprendere gli altri.
6. "Capacità di comunicare". Il desiderio e la capacità di scambiare verbalmente idee, sentimenti e concetti con gli altri. Questa abilità è legata a una sensazione di fiducia negli altri e di piacere nell'impegnarsi con loro, adulti compresi.
7. "Capacità di cooperare". L'abilità di equilibrare le proprie esigenze con quelle degli altri in un'attività di gruppo.
Il fatto che un bambino arrivi al suo primo giorno di scuola con queste capacità dipende moltissimo dal fatto che i suoi genitori gli abbiano dato o meno quel tipo di attenzioni che
equivalgono a un “Heart Start” - l'equivalente, nella sfera emotiva, dei programmi “Head Start”.

(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

"...Cosicché del restante genere umano non si sa mai niente..."

"Li vedo: durante la conversazione uno di colpo si distrae, sta fermo e pensieroso, magari pochi secondi ma è quanto basta per capire che la sua verità è là, dentro quel silenzio. Come uno che dinanzi a casa stia conversando con gli amici e a un tratto li lascia, corre dentro a vedere chissà cosa e subito dopo ritorna, col volto di prima tale e quale, e nessuno sa che cosa sia andato a fare e se qualcuno glielo domanda, lui risponde “niente”, e d’altra parte non si poteva scorgere nulla attraverso la porta quando lui l’ha aperta, che cosa ci fosse dietro, non si vedeva che un rettangolo di buio.
Una immensa piazza, dunque, con intorno un’infinità di case, questa è la vita; e, in mezzo, gli uomini che trafficano fra di loro e nessuno riesce mai a conoscere le altre case; soltanto la propria e in genere male anche questa perché restano molti angoli bui e talora intere stanze che il padrone non ha la pazienza o il coraggio di esplorare. E la verità si trova soltanto nelle case e non fuori.
Cosicché del restante genere umano non si sa mai niente.
L’uomo passa distratto in mezzo a questi infiniti misteri e ciò non sembra poi dispiacergli eccessivamente.
"
(Dino Buzzati, In quel preciso momento)

mercoledì 15 ottobre 2014

"La qualità delle relazioni di un individuo..."

[...] La qualità delle relazioni di un individuo, oltre alla quantità, sembra essere un fattore chiave per tamponare lo stress. Le relazioni negative hanno un costo. Le liti coniugali, ad esempio,
hanno un impatto negativo sul sistema immunitario. Uno studio condotto su studenti universitari che condividevano la stessa camera mise in evidenza che quanto più essi si detestavano, tanto più suscettib
ili diventavano a raffreddori e influenze, e tanto più spesso si recavano dal medico. John Cacioppo, lo psicologo della Ohio State University che effettuò lo studio, mi disse: <<La relazione davvero fondamentale per il tuo benessere è quella più importante, quella con la persona che vedi dalla mattina alla sera. E più questa relazione è significativa nella tua vita, più essa sarà importante per la tua salute>>[...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

venerdì 10 ottobre 2014

Mercoledì 15 ottobre - Meditazione Mindfulness - Ingresso libero

Mercoledì 15 ottobre - Meditazione Mindfulness
presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana, via Marsala 11 - Firenze
Ore 20,30


Pratica base del respiro consapevole per un’esperienza unitaria di sé. Una delle più efficaci tecniche di benessere psicosomatico.
Presa di contatto e di consapevolezza con il proprio corpo, nelle sue parti e nella sua interezza.

Meditazione introdotta e condotta da Roberto Di Ferdinando

orario: dalle 20,30 alle 21,40 circa

Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe

Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Per info e prenotazioni: roberto.diferdinando@tin.it – cell.:3339728888

"Non smetteremo di esplorare...."

"Non smetteremo di esplorare, alla fine di tutto il nostro andare, ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta."
(Thomas Stearns Eliot)

giovedì 9 ottobre 2014

"L'essenza di ogni cosa sulla terra..."

"[...] L'essenza di ogni cosa sulla terra, visibile o invisibile, è spiri­tuale. Entrando nella città invisibile, il mio corpo è coperto dallo spirito. Chi cerca di separare il corpo dallo spirito, o lo spirito dal corpo, allontana il suo cuore dalla verità. Il fiore e la sua fra­granza sono un'unica cosa; è cieco colui che nega il colore e l'immagine del fiore, affermando che possiede solo la fragranza che si spande nell'aria. E lo stesso atteggiamento di quelli che, privi dell'olfatto, considerano il fiore solo per la sua forma e per i suoi colori, trascurando il profumo.
Tutto ciò che si trova nel creato, esiste anche dentro di te, e tutto ciò che hai dietro esiste nel creato. Non vi è alcun confine fra noi e le cose più vicine, ma ciò che è più importante, la distanza non è sufficiente a separarci dalle cose più lontane. Ogni cosa, dalla più bassa alla più sublime, dalla più piccola alla più grande, esiste dentro il tuo essere, senza differenze. Nell'atomo si possono trovare tutti gli elementi della terra. La goccia d'acqua contiene tutti i segreti degli oceani. In un moto della mente si trovano tutti i moti di tutte le leggi dell'esistenza.
"
(Kahlil Gibran)

mercoledì 8 ottobre 2014

"Come esiste un vincolo tra anima e corpo, così sono uniti il corpo e l'ambiente che lo circonda"
(Kahlil Gibran)

"L'esperienza della malattia.."

"[...] Storicamente, nella società moderna la medicina ha identificato la sua missione nella cura della "patologia" - il disturbo fisico - trascurando "l'esperienza della malattia" - l'esperienza umana. I pazienti, facendo proprio questo approccio al problema, contribuiscono anch'essi a ignorare le proprie reazioni emotive alla malattia - o a liquidarle come irrilevanti ai fini del suo decorso. Questo atteggiamento è rinforzato da un modello medico contrario completamente all'idea che la mente possa influenzare il corpo in modo consequenziale. [...]".
Daniel Goleman (Intelligenza emotiva)

martedì 7 ottobre 2014

Incontri con Shunryu Suzuki Roshi

<<La prima volta in cui andai al tempio dissi che volevo imparare lo zazen, ma quel giorno Suzuki-roshi non aveva tempo. Ritornai spesso, e per due mesi Suzuki rifiutò di darmi insegnamenti. Poi, un giorno mi prese da parte, mi portò in un angolino e disse: "Allora, vuoi imparare a fare zazen?". Mi insegnò l'attenzione alla postura e al respiro, e mi diede un libro. Molti anni dopo, gli chiesi perché avesse rifiutato di insegnarmi zazen già dalle prime volte.
Disse: "Non volevo contaminare quello che è naturalmente presente".
"Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, ho raccolto il frutto della felicità"
(Kahlil Gibran)

Il più grave errore dell’intelletto....

"Il più grave errore dell’intelletto è quello di identificarsi con i limiti invece che con la illimitata totalità che è la base della sua natura. Per fare un esempio concreto, normalmente tendiamo ad identificarci con aspetti limitati di noi stessi: il corpo, la personalità, il lavoro, la famiglia, i possedimenti materiali e a causa di questa identificazione perdiamo di vista e dimentichiamo completamente la nostra vera natura che ci dota di potenzialità illimitate. Questo atteggiamento mentale è molto faticoso da sostenere perché non è il modo corretto per mettersi in relazione con la vita. Si potrebbe paragonare alla condizione di chi, pur avendo a disposizione grandi ricchezze, si ostina a condurre una vita miseranda."
(Giovanni Fico)

lunedì 6 ottobre 2014

8 ottobre ore 20,30: Meditazione Nadabrahma - Ingresso gratuito

Mercoledì 8 ottobre 2014 - Meditazione Nadabrahma

La Nadabrahma è una potente meditazione passiva che  si pratica ad occhi chiusi che può essere praticata in qualsiasi momento della giornata, da soli o in gruppo. É una semplicissima tecnica che genera uno spazio vuoto e silenzioso nel corpo e nella mente, rilassando profondamente le tensioni nervose e muscolari e tonificando le energie vitali. Ottima per lo stress e l’ansia.

Meditazione introdotta da Roberto Di Ferdinando

Presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana di via Marsala 11 a Firenze

orario: dalle 20,30 alle 21,45 circa
Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe

Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Per info e prenotazioni: roberto.diferdinando@tin.it – cell.:3339728888.

Emozioni

"[...] La prolungata assenza di sintonia fra genitori e figli impone al bambino un costo enorme in termini emozionali. Quando un genitore non riesce mai a mostrare alcuna empatia con una particolare gamma di emozioni del bambino - gioia, pianto, bisogno di essere cullato - questi comincia a evitare di esprimerle, e forse anche di provarle. In questo modo, presumibilmente, numerose emozioni cominciano ad essere cancellate dal repertorio delle relazioni intime, soprattutto se, anche in seguito durante l'infanzia, quei sentimenti continuano ad essere copertamente o apertamente scoraggiati.
Per lo stesso motivo, i bambini possono arrivare a preferire una gamma di emozioni infelici, a seconda di quali di esse vengono ricambiate dai genitori. Perfino i bambini piccolissimi “colgono” gli stati d'animo: i figli di madri depresse, ad esempio, a soli tre mesi rispecchiavano lo stato d'animo delle loro madri quando giocavano con loro, mostrando un maggior numero di sentimenti di collera e tristezza, e molta meno curiosità e interesse spontanei, rispetto ai bambini le cui madri non erano depresse.[...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

Anima e corpo

"Condizione suprema dell'anima è accettare anche ciò che la mente rifiuta. Condizione infima della mente è rifiutare anche ciò che l'anima accetta"
(Kahlil Gibran)

giovedì 2 ottobre 2014

Spirito e corpo

"E' schiavitù vivere nello spirito , se non diventa parte del corpo"
(Kahlil Gibran)

Comunicazione delle emozioni

"[...] Se è vero che la normale modalità di espressione della mente razionale è la parola,  delle emozioni è invece di natura non verbale. Quando le parole di un individuo non sono in armonia con quanto egli comunica con il tono di voce, i gesti o altri canali non verbali, la verità va ricercata nel "come" quell'individuo sta comunicando, non tanto in ciò che dice. Una regola empirica usata nella ricerca sulla comunicazione è che il 90 per cento o più di un messaggio emotivo viene comunicato attraverso canali non verbali. E tali messaggi - l'ansia che traspare dal tono di voce, l'irritazione tradita dalla rapidità di un gesto - sono quasi sempre recepiti in modo inconscio, senza prestare particolare attenzione alla natura del messaggio stesso, ma semplicemente ricevendolo e rispondendogli. Le capacità che ci consentono di fare ciò in modo più o meno efficace vengono, in massima parte, apprese in modo implicito. [...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)

Senza passato

"I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell'innocenza magica del loro sorriso"
(Milan Kundera, Il libro del riso e dell'oblio)

Incontri con Shunryu Suzuki Roshi

"Suzuki-roshi era a Tassajara assieme al figlio più giovane, Otohiro, che non aveva mai fatto pratica zen e aveva appena terminato tre faticosi giorni preliminari di seduta. Otohiro andò nella casetta del padre e vi fu un breve scambio in giapponese tra padre e figlio.
In seguito, Roshi mi disse che Otohiro gli aveva detto che sedersi era stata un'esperienza meravigliosa. Benché desiderasse congratularsi con il figlio, Roshi si era sentito in dovere di non manifestare troppo entusiasmo. In questo modo, aggiunse, suo figlio poteva considerare nel modo corretto la su arealizzazione come una propria scoperta, e non qualcosa che aveva ricevuto dal padre."

Date del Laboratorio di Pratica della Presenza - dal 9 ottobre 2014


Ecco le date del Laboratorio di Pratica della presenza , il laboratorio è aperto; è possibile partecipare nei mesi che si desidera, previo contatto con la conduttrice.

Date serate Laboratorio di Pratica della Presenza 
dalle 20 alle 22.30

  
Ottobre 2014 :  9 e 23
Novembre 2014 : 6 e 20
Dicembre 2014 :  4 e 18
Gennaio 2015 :  15 e 29
Febbraio 2015 :  12 e 26
Marzo 2015 : 12 e 26
Aprile 2015 :  9 e 23
Maggio 2015 : 7 e 21

Come noi interpretiamo ciò che accade nella realtà
determina la risposta che noi diamo .
“La ricchezza nascosta nel nostro cuore, nella nostra vita ed esperienza è qui, non là, in un’esistenza migliore,un’altra casa, un’altra carriera, un’altra relazione, un altro paese o insegnamento spirituale.”Idries Shah
Molte persone sentono che nella loro vita “manca qualcosa”, o che la vita “sfugge loro dalle mani”, altre vivono sintomi come ansia , depressione, disagio nelle relazioni. Questo laboratorio è uno spazio per iniziare a conoscersi profondamente, attraverso la pratica della presenza, ovvero
la possibilità di entrare in contatto con tutto ciò che siamo, un mondo di qualità, fluidità, non separati dal resto dell’umanità, della natura.
Eppure spesso è così che ci si sente, separati, con una necessità a doversi difendere dalla vita. Imparare ad essere veri richiede amore per la verità, noi non possiamo essere veri se non siamo noi stessi.
Per imparare ad essere veri dobbiamo partire da ciò che abbiamo e quello che abbiamo è la nostra esperienza del momento (Almaas). Se entriamo pienamente nell’esperienza con tutti i sensi possiamo
scoprire chi siamo veramente.
Attraverso tecniche , meditative, corporee,  di indagine, realizzeremo la presenza e creeremo la strada per il manifestarsi della nostra vera natura



DECONDIZIONARE E TRASFORMARE LE CREDENZE LIMITANTI. 18/19 OTTOBRE oppure 29/30 NOVEMBRE 2014


Conduce la Dott.ssa Massimiliana Molinari


Nel nostro quotidiano ci sono delle scelte che facciamo,  modalità di reagire che spesso vanno in direzione contraria a quello che desidereremmo (ci mettiamo a dieta e poi ci abbuffiamo, desideriamo essere liberi e non riusciamo a staccarci dalle persone, desideriamo relazioni affettive e invece creiamo conflitti), e non
ci spieghiamo come mai.

Le credenze limitanti sono delle convinzioni registrate a livello non cosciente che organizzano le nostre risposte agli eventi della vita (“non valgo, sono debole, sono incapace, per me non c’è gioia, non posso essere felice, la vita ce l’ha con me o non mi sostiene”) e hanno più potere dei nostri desideri coscienti perché sono agganciate a dei condizionamenti affettivi antichi.

In questo seminario lavoreremo per portare alla luce il condizionamento limitante,
e lo trasformeremo secondo le qualità e indicazioni della nostra natura più profonda.


Per consentire un miglior lavoro  ai partecipanti il gruppo è a numero chiuso.
Per informazioni e iscrizioni
massimilianamolinari@gmail.com
tel. 3396788142

mercoledì 1 ottobre 2014

Incontri con Shunryu Suzuki Roshi

"Uno studente che aveva appena concluso un ritiro di zazen di trenta giorni assieme a due entusiastici compagni di Dharma, chiese a Suzuki-roshi come fare per conservare lo straordinario stato mentale che aveva raggiunto.
<<Concentrati sul respiro e se ne andrà>>, rispose Suzuki."

Homo sapiens

"[...] Una concezione della natura umana che ignorasse il potere delle emozioni si dimostrerebbe deplorevolmente limitata. La stessa denominazione della nostra specie, "Homo sapiens" - la specie in grado di pensare - è fuorviante quando la si consideri alla luce delle nuove prospettive che la scienza ci offre per valutare il ruolo delle emozioni nella nostra vita. Come tutti sappiamo per esperienza personale, quando è il momento che decisioni e azioni prendano forma, i sentimenti contano almeno quanto il pensiero razionale, e spesso anche di più. Finora si è data troppa importanza al valore, nella vita umana, della sfera puramente razionale - in altre parole quella misurata dal Q.I. Nel bene o nel male, quando le emozioni prendono il sopravvento, l'intelligenza può non essere di alcun aiuto. [...]"
(Daniel Goleman - Intelligenza emotiva)